da Paolo Rosa, un interessante contributo su bilancio tecnico e futuro della Cassa di previdenza e assistenza:
LAVORO previdenza | 22 Maggio 2012
Le Casse private dei professionisti stanno predisponendo i nuovi bilanci tecnici. Ma cos’è un bilancio tecnico?
di Paolo Rosa - Avvocato
Di questi tempi le Casse private di previdenza dei professionisti, in ottemperanza all’art. 24, comma 24, della legg...e
210/2011, stanno predisponendo i nuovi bilanci tecnici al fine di
comprovare di avere il saldo previdenziale attivo per 50 anni. Non tutti
sanno che cosa sia il bilancio tecnico.
Il bilancio tecnico
di un ente di previdenza è uno dei principali indicatori della stabilità
dell’ente stesso ed ha lo scopo di valutarne l’equilibrio attuariale.
Il bilancio tecnico può essere rappresentato con prospetti sintetici
oppure analitici ed è corredato da una relazione in cui si riportano
tutte le informazioni relative alla normativa di riferimento vigente
alla data di elaborazione, alla collettività oggetto delle valutazioni,
al sistema tecnico–finanziario di gestione, al quadro di ipotesi
demografiche, economiche e finanziarie adottate e alla metodologia
utilizzata. Gli enti previdenziali obbligati alla periodica redazione
del bilancio tecnico sono principalmente i fondi di previdenza
complementare a prestazioni definita, i fondi cd. preesistenti, la cui
costituzione risale a periodi antecedenti l’entrata in vigore del d.lgs.
n. 124/1993, e le casse di previdenza professionali regolate dai
decreti legislativi n. 509 del 30 giugno 1994 e n. 103 del 10 febbraio
1996.
L’introduzione dell’arco temporale di 50 anni per la
valutazione del saldo previdenziale non è una novità perché era già
previsto nel decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
del 29 novembre 2007.
Bilancio tecnico con proiezioni dati su un
periodo di 50 anni. Il decreto, infatti, sottolineava l’opportunità che
il bilancio tecnico sviluppasse proiezioni dei dati su un periodo di 50
anni, in base alla normativa vigente alla data dell’elaborazione, ai
fini di una migliore cognizione dell’andamento delle gestioni nel lungo
termine.
Nulla di nuovo quindi. Con la conseguenza che tutte le
polemiche sorte per l’introduzione dell’arco temporale di 50 anni
risultano totalmente pretestuose.
Del resto per chi si iscrive oggi
all’Ente di previdenza di categoria con una prospettiva di lavoro 35 –
40 anni e una probabilità di vita residua al momento del pensionamento
intorno ai 20 anni, è necessario dare la prova da parte dell’Ente
previdenziale della sua esistenza in bonis per almeno 50 anni.
La
proiezione dei dati attuariali deve avere come riferimento i dati più
aggiornati relativi alle collettività di iscritti assicurati, alla
situazione patrimoniale dell’Ente con riferimento al tasso di rendimento
del patrimonio nell’ultimo quinquennio e qui si dovrà proiettare il
rendimento reale piuttosto che quello nominale contabile, attribuzione e
sviluppo dei redditi, ipotesi evolutive economico–finanziarie,
determinazione del tasso di sostituzione calcolati con parametri
coerenti con le ipotesi demografiche e macro economiche sottostanti la
proiezione degli equilibri finanziari di medio e lungo periodo. Il tasso
di sostituzione, pari al rapporto tra la pensione maturata al momento
del pensionamento e l’ultimo reddito da lavoro va determinato con
riferimento a figure tipo, sia uomini che donne, rappresentative degli
iscritti alla Cassa, nel quadro di ipotesi specifiche adottate per il
bilancio tecnico.
Il Ministro del Lavoro ha già fatto presente che a
breve saranno emanati, di concerto con il Ministero dell’Economia e
delle Finanze, le linee guida per l’applicazione e l’interpretazione del
comma 24, dell’art. 24, del decreto Salva Italia e delle relative
modifiche contenute nel decreto Milleproroghe.
Più trasparenza sulla
situazione finanziaria delle Casse di previdenza. La finalità del
provvedimento è quella di conseguire una maggiore trasparenza nel
rilevare la situazione finanziaria e, dunque, la sostenibilità di lungo
periodo delle Casse private di previdenza.
In particolare, alla luce
di quanto emergerà dalle valutazioni relative all’andamento del saldo
previdenziale e contabile nei prossimi 50 anni, si stabilirà se possa
essere possibile per le Casse proseguire nell’adozione delle regole
previdenziali attualmente previste dai rispettivi regolamenti oppure sia
per loro necessario passare al contributivo e introdurre un contributo
di solidarietà sulle pensioni in erogazione.
Più specificamente,
affinché ad una Cassa venga consentito di proseguire nell’adozione delle
regole previdenziali attualmente in vigore, dovranno essere rispettati i
seguenti requisiti:
- il saldo corrente (entrate contributive +
interessi reali sui patrimonio al netto della spesa per prestazioni)
dovrà essere in pareggio o in attivo nell’intero arco dei 50 anni;
- il saldo previdenziale (entrate contributive al netto della spesa per prestazioni) a 50 anni non dovrà essere negativo.
I bilanci attuariali di Cassa Forense oggi non rispettano i parametri indicati dal Ministro del Lavoro.
Attendiamo quindi l’emanazione delle nuove linee guida per fare il punto della situazione.
Paolo Rosa